Mostre Internazionali

Burne Jones

dal preraffaellismo al simbolismo

1986 Galleria nazionale d’arte moderna Editore Mazzotta

Curatore

  • Benedetti Maria Teresa
  • Piantoni Giovanna

Dei ed Eroi

Classicità e mito fra 800 e 900

1996  Maria Teresa Benedetti, Gianna Piantoni, Maria Grazia Tolomeo, Marisa Volpi – Edizioni De Luca

 

Testo proveniente dalla collezione privata Prof. Eduard Safarik. Brossura cartonata con alette, coperta illustrata a colori, ottimo stato delle pagine, libro completamente fruibile, realizzato in occasione della mostra organizzata del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali ed esposta a Roma (Palazzo delle Esposizioni) dal 15 marzo al 30 maggio 1996, con presentazione di Gianni Borgna (Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma), coordinamento editoriale: Anna Gramiccia, cura editoriale: Giuliana d’Inzillo Carranza, coordinamento tecnico: Mario Ara, presenti numerose illustrazioni a colori e in nero nel testo, numero pagine 2481

Cézanne

il padre dei moderni

2002 Complesso del Vittoriano, 7 marzo – 7 luglio 2002  Editore Mazzotta  Curatore Benedetti Maria Teresa

Il volume è il catalogo della mostra di Roma (Complesso del Vittoriano, 7 marzo – 7 luglio 2002) e presenta oltre settanta opere tra quadri a olio, acquarelli, disegni e studi a matita che documentano l’intero percorso artistico di Paul Cézanne evidenziandone tanto i mutamenti stilistici quanto gli elementi di continuità. Ogni opera è accompagnata da un commento e da una scheda tecnica. Il lettore, accanto ai colori cupi e alle dense pennellate della pittura del primo periodo, può scoprire i quadri che rivelano la conquista del colore attraverso l’esperienza del “plein air”, ammirare le rigorose soluzioni costruttive della maturità e infine cogliere la crescente astrazione dal dato naturalistico che caratterizza le opere degli ultimi anni.

Ritratti e Figure

Capolavori Impressionisti

2003 Complesso del Vittoriano  Editore Skira  Curatore Benedetti Maria Teresa

Il catalogo della grande mostra romana allestita nel complesso del Vittoriano intende proporre, attraverso una serie di ritratti, immagini tipiche e scene d’insieme, lo spirito di un’epoca offrendo un affresco della società francese negli anni del sorgere e dell’affermarsi del movimento impressionista.

Manet

2005  Complesso del Vittoriano Editore Skira  Curatore Benedetti Maria Teresa

Volume edito in occasione della mostra, Roma, Complesso del Vittoriano, 8 ottobre 2005 – 5 febbraio 2006. Scritti di Maria Teresa Benedetti, Juliet Wilson-Bareau, Renato Barilli, Diane Kelder, Marco Di Capua, Marisa Volpi.

Munch

1863 - 1944

2005 Roma, Complesso del Vittoriano
11 marzo – 19 giugno Editore Skira  Curatore Benedetti Maria Teresa

Gli inquieti capolavori di Edvard Munch, profeta indiscusso dell’angoscia esistenziale, delle paure e dei tormenti interiori dell’uomo moderno…
Malinconia, La morte nella stanza della malata, Disperazione, Madonna, Bacio, Eredità, Le ragazze sul ponte, Pubertà, Bambina malata, L’urlo, Vampiro, Gelosia, Separazione: gli inquieti capolavori di Edvard Munch, profeta indiscusso dell’angoscia esistenziale, delle paure e dei tormenti interiori dell’uomo moderno, ripercorrono l’intero cammino creativo ed esistenziale dell’artista norvegese considerato uno dei protagonisti assoluti del Novecento.
La monografia, catalogo della vasta antologica romana, documenta l’attività pittorica e grafica di Munch – dai suoi esordi naturalistici ai viaggi europei, dall’esperienza simbolista fino alle opere che preludono alla nascita della moderna pittura espressionista – attraverso oltre cento capolavori comprendenti una sessantina di olii, una cinquantina di acquaforti, litografie, xilografie oltre a un piccolo nucleo di fotografie provenienti dai più noti musei internazionali; opere che parlano di un’arte che affonda le sue radici nella visionarietà del romanticismo nordico ma che assorbe anche le suggestioni dei drammi di Ibsen e Strindberg, della filosofia esistenzialista di Kierkegaard, della psicanalisi di Sigmund Freud.
“Non si possono più – scrive Munch – dipingere interni con uomini che leggono e donne che lavorano a maglia. Si dipingeranno esseri viventi che respirano e sentono, soffrono e amano. Sento che lo farò – che sarà facile. Bisogna che la carne prenda forma e che i colori vivano.”
Con una vita ossessionata da drammatici presentimenti di distruzione e sfacelo, Edvard Munch può oggi venire considerato il profeta di una nuova età dell’ansia che impregna ogni aspetto del vivere quotidiano. Alle figure della realtà esterna e oggettiva, Munch oppone le immagini della sua tormentata visione interiore, sostituendo gli aspetti concreti del mondo con gli ossessionanti fantasmi che costellano la sua complessa intimità. Le tele di Munch sono popolate da spettri della mente, fantasmi dell’anima, inquietanti presenze dai volti simili a teschi che in una immobilità glaciale ci fissano ora da desolanti interni claustrofobici, ora da paesaggi nei quali cieli infuocati si tingono di rosso sangue o di violetti lividi e luttuosi. “I miei quadri sono i miei diari” scrive l’artista e nelle sue opere scrive e riscrive la sua vita in un racconto che si fa visione.
Attraverso i contributi critici di Øivind Storm Bjerke, Achille Bonito Oliva, Erik Mørstad, Einar Petterson, Maria Teresa Benedetti, Gerd Woll e Robert Meyer, la monografia si configura come un’attenta ricognizione dell’opera di Munch, un’autobiografia per immagini che diviene, d’altra parte, paradigma universale della sofferta condizione umana: la pittura trasforma l’esperienza singola in specchio del mondo.

Matisse e Bonnard

Viva la Pittura

2006 Complesso  del Vittoriano Editore Skira  Curatore Benedetti Maria Teresa

Il volume – che accompagna la mostra autunnale del Vittoriano – propone un confronto tra due grandi pittori del ‘900: Pierre Bonnard e Henri Matisse. I due artisti si tennero sempre in relazione, scambiandosi idee e opinioni su una visione dell’arte che li accomunava: una pittura cioè che non temeva di esistere al di fuori delle grandi battaglie storiche delle Avanguardie del Novecento, e che, più che porsi sul terreno di un dibattito ideologico sulla rappresentazione della realtà, cercava il proprio scopo e il proprio significato all’interno del quadro stesso, intendendo l’arte non come imitazione o interpretazione della vita, ma come la trascrizione dell’emozione provata dall’artista di fronte a uno spettacolo.